Nato a Roma nel 1960, Fantini ha costruito una carriera eclettica nel mondo dell’arte, spaziando tra danza, recitazione, fotografia, pittura e scultura. Ha vissuto per 14 anni all’estero, in particolare in Asia e in Tibet, esperienze che hanno profondamente influenzato il suo immaginario artistico. Dal 2000 è tornato a vivere e lavorare a Roma.
Le sue opere più recenti segnano un ritorno agli archetipi che hanno sempre attraversato la sua poetica: adolescenti senza volto dai capelli rossi e soggetti ispirati al mondo naturale – animali, alberi, piante. Figure stilizzate che, pur nella loro apparente semplicità, esprimono uno stato interiore profondo e spesso enigmatico. La leggerezza e la vitalità dei suoi personaggi si intrecciano con elementi appena percettibili di inquietudine, creando un equilibrio suggestivo.
Fantini utilizza una tecnica stratificata che fonde pittura e collage, accostando materiali come tessuti broccati, carta giapponese, vecchie mappe e manoscritti antichi. Predilige l’acrilico e la grafite su supporti tessili, elaborando superfici materiche su cui costruisce le sue figure attraverso un attento lavoro di selezione, composizione e sintesi. Le sue “creature ibride”, realizzate unendo elementi anatomici da fonti diverse, raccontano una visione personale e simbolica dell’infanzia, dell’adolescenza e dell’identità.
Il suo stile è riconoscibile: volti anonimi ma espressivi, chiome rosse, colori intensi e una profonda armonia compositiva. Le sue opere, esposte e apprezzate in Italia e all’estero, colpiscono per autenticità e intensità emotiva, stabilendo un legame diretto con lo spettatore.