Nato a Cagliari il 13 novembre 1957 dove vive e lavora.
Ha conseguito la Maturità artistica presso il Liceo Artistico Statale di Cagliari
Fa parte dal 1980 dell’Associazione “Cento Pittori di Via Margutta” – Roma in qualità di Socio Ordinario ottenendo numerosi consensi a livello internazionale.
Le sue opere sono presenti in diverse collezioni private (Roma – Cagliari – Torino –Germania- Parigi – New York).
Ha partecipato a diverse mostre personali e collettive. È’ stato ideatore e coordinatore di numerose iniziative rivolte alla valorizzazione della pittura e scultura in Sardegna.
Scrivono di Lui:
Sergio Siddu e le Anfore Segrete
È lecito pensare ad un pittore la cui potenza stilistica è legame straordinario con l’universo nel quale scintillano cielo e terra, in un abbraccio solenne di colori, con erbe e frutti che ornano l’equilibrio su cui respiriamo.
È lecito situarlo nella fase crescente, dove osano le aquile. Pur non essendo un volo, la dinamicità del Suo stile ci rammenta ali spiegate. Ed ecco le anfore segrete assumere forma, modellate dall’ingegno che opera, nonostante il divieto della norma. Ma l’arte è fattore straordinario: fluisce con la libertà del volo e raduna le bellezze per costituire il nucleo d’energie, dinanzi al quale lo stupore conferma l’intelletto. L’interiore infatti sublima l’esteriore e fa sì che la norma sviluppi nuove regole.
Questo è il programma: confluire verso l’incanto delle cose create per siglare un patto con l’universo. Vivere in esso, assorbendo linfa per poterla trasformare in opere.
Le opere di Sergio Siddu sono di estrazione nuragica. Il Suo è un poema antico, ritmato sulle zone d’ombra, relative al mistero. Le Sue anfore segrete contengono il favo stillante e gli aromi dell’Isola.
La Sardegna è implicita nel messaggio; ha fulgori d’orizzonte, nel dinamismo inconsueto della forma che si dilata per contenere il mare.
Il Suo è ricamo d’origine sulla tela neutra. Ed ecco i simboli: assomigliano alle idrie che a Cana di Galilea cambiarono bevanda, in quel travaso memorabile. In similitudine, è come se volessero celebrare il rito della concordia. Allineate o disposte in abbraccio, rendono solenne il pennello che le ha fatte esplodere, come un miracolo, perché si possa esultare dinanzi alla materia sublimata dalla forma.
Sergio Siddu è un pittore di sintesi, come il diamante che riassume in sé in riflessi della luce. Sembra impossibile esultare di fronte al settore moderno conseguente alle tracce dei maestri che offrirono il meglio della storia. Eppure esultiamo, giacché la parabola dell’arte ci introduce nel coro di emozioni, in vigore in ogni tempo, per potenziare l’applauso.
Siddu non trascura nulla. Sebbene la tematica esprima in un modello le geometrie segrete, senza dilatare il sigillo, semmai rafforzandolo elaborando la base. Questo è il tema dei contenitori, svettanti o aggruppati, come danza di folclore, che segna il ritmo avvincente e manifesta i profili di un popolo, altero e dignitoso, nella cui dinamicità non vi sono rituali sovrapposti, ma l’energico scandire delle ore in cui si alternano gli accadimenti, dilatando o restringendo le sembianze umane. Come le anfore segrete, che ora si manifestano e offrono il sigillo stilistico. Cioè il carattere d’Autore: Sergio Siddu.
Maria Teresa Palitta (Giornalista e Critica d’Arte – Roma)